Nei paesi dove è stato avviato un processo inclusivo delle persone con SD si sono ottenuti dei risultati tutto sommato soddisfacenti.

Certo come in tutte le cose si può sempre fare di meglio, ma a volte le possibilità limitano lo sviluppo dei processi evolutivi per quanto essi possano essere importanti e vantaggiosi.

Dopo aver raccolto in giro per l'Europa e per il mondo le soluzioni positive dell'inclusione dove questa è stata applicata, ci sentiamo confortati dai risultati e propendiamo sicuramente per questa soluzione.

Inclusione che però per poter funzionare in modo corretto deve iniziare al punto giusto della vita dell'individuo, praticamente dal primo giorno di vita, se inizia dopo qualche anno è già troppo tardi sono stati persi anni preziosissimi.

Già perché l'inclusione non dipende solo dai supporti sociali, e dalla scuola, queste strutture anche se iniziano molto precocemente la loro attività, arrivano sempre e comunque dopo la famiglia che con la sua impostazione e la sua predisposizione può influenzare in modo determinante l'evoluzione del neonato con SD.

In poche ma semplici parole, il neonato con SD è figlio di sua madre e suo padre e NON dello stato, e se i genitori pensano che sia poi compito dello stato risolvere qualsiasi errore di impostazione commettono un errore clamoroso.