La maggior parte delle volte che una persona espone i propri pensieri sui bimbi e sulle persone affette da Sindrome di Down cita gli stereotipi che fanno parte dell'immaginario collettivo su questa anomalia genetica.

E' tipico infatti sentire che:

 

Sono tutti uguali, sono affettuosi, sono amanti della musica, sono sempre felici e contenti.

Niente di più sbagliato ogni individuo con Sindrome è diverso dall'altro e rispecchiano l'educazione e le impostazioni comportamentali che hanno ricevuto in famiglia o a scuola e soprattutto quelle ricevute da eventuali assistenze sociali.

Inoltre sono molto espansivi, diretti e manifestano apertamente i loro sentimenti e i loro stati d'animo.

Esistono gradi lievi e gravi di Sindrome di Down.

Ovviamente è limitativa perchè esistono infiniti gradi di Sindrome di Down, in funzione di come la maggior quantità di codice genetico (vedi articoli sulla Trisomia 21), ha influito nello sviluppo degli apparati e degli organi del corpo e della disabilità cognitiva.

Non si rendono conto della loro disabilità cognitiva.

Il bambino con la Sindrome impara fin da piccolo a gestire la sua cognitività ridotta e ne è cosciente, infatti sviluppa metodiche precise per ricondurre qualsiasi azione o idea a soluzioni semplici che lui è in grado di fare e di capire bene.

Inoltre difficilmente supera i suoi limiti e rimane sempre in equilibrio con le proprie possibilità, godendo così una serenità di vita invidiabile, cosa che non fanno i bimbi normali che sono sempre in condizioni di stress, a volte estremo, causato molto spesso dalle aspettative dei genitori.

I bambini con Sindrome di Down sono eccessivamente ostinati, disobbedienti, polemici e impulsivi.

Come detto precedentemente il bimbo è cosciente della sua disabilità cognitiva e cerca di ricondurre tutto alle metodiche da lui conosciute, come del resto fa qualsiasi essere umano, solo che le sue abilità sono ridotte e mentre l'adulto normale vede diverse soluzioni, il bambino ne vede magari solo una e quindi si ostina a perseguirla, per poter raggiungere il suo scopo.

Rifiuta anche eventuali suggerimenti sempre perchè lui una soluzione la conosce e non ha bisogno di cercarne un'altra e diventa attento ai suggerimenti solo se non vede via di uscita.

Va da se quanto sia importante stimolare il bimbo con Sindrome di Down a valutare per ogni problema più di una soluzione in modo da sviluppare la sua flessibilità cognitiva.

Non vivono a lungo.

Anche questa asserzione è sempre meno vera, la medicina attuale è di buon livello e la vita media delle persone con Sindrome è di 60 anni e il 10% di loro superano i 70 anni e si pensa che a breve possa essere paticamente pari a quella di un persona normale.

La loro qualità di vita è di buon livello e nei paesi dove la società cerca di includerli nella vita sociale come scuola, lavoro, la qualità di vita è ottima.

Possono eseguire solo lavori ripetitivi e senza responsabilità.

Dipende tutto dal ritardo cognitivo di cui sono affetti e dalla preparazione alla vita che hanno ricevuto dalla famiglia e dalle istituzioni, infatti molti di loro fanno lavori molto complessi e variabili e ricoprono posizioni di responsabilità.

Molti di loro sono di una precisione assoluta e se prendono in carico una attività la svolgono con la massima solerzia e affidabilità.

Sono privi di interessi sessuali o dipendenti dal sesso.

Hanno interessi sessuali ne più ne meno di una persona normale e come le persone normali c'è chi ne sente di più il bisogno e chi lo sente di meno, ma i maschi con Sindrome di Down sono sterili al 99,9% mentre le femmine no e non necessariamente trasmetteranno la Sindrome di Down al nascituro.

Nascono principalmente da genitori anziani.

Niente di più falso, la maggior parte dei figli con Sindrome di Down nasce da donne con meno di 35 anni perchè in percentuale sono quelle che mettono al mondo più figli rispetto alle coppie più anziane.

Sono incapaci di sviluppare relazioni sociali come amicizia, amori o matrimoni.

Anche questo mito è da sfatare perchè anche loro hanno sentimenti più o meno profondi, ma è difficile sviluppare amicizie e amori con individui normali perchè il rapporto non è alla pari e quindi difficile da sviluppare.

Tra persone con Sindrome di Down in un rapporto circa alla pari, nascono invece sentimenti, amicizie e fidanzamenti.

Dovranno sempre vivere con i genitori e poi con i fratelli.

Anche questa affermazione può essere più o meno esatta perchè dipende molto da come la famiglia e le istituzioni hanno impostato sin da piccolo la persona con Sindrome di Down, specie se la famiglia e le istituzioni sanno che possono contare su strutture sociali importanti per questo processo di vivere in autonomia come comunità o case famiglia.

 

Ovviamente queste sono le frasi usate più comunemente, ma sono già un esempio importante di quanto poco sia conosciuta la Sindrome di Down e quanto poco facciano le istituzioni, per dare una vita inclusiva e dignitosa a queste persone.

Certo è più semplice isolare il problema, sapere che ha un costo ben preciso, ed evitare di inserire perturbative nel processo educativo e nel processo lavorativo delle persone normali.

Ma i costi di inclusione potrebbero magari anche essere minori o costare solo poco di più, ma con un grande ritorno economico perchè molte persone con Sindrome di Down potrebbero inserirsi in una normale vita lavorativa e diventare parte attiva del processo produttivo e non solo un preciso costo della comunità.