La salute

La famiglia ha ormai acquisito la gestione dello stato di salute del/la giovane da anni e quindi si sa muovere con una certa disinvoltura su questo campo, anche se è meglio non abbassare mai la guardia e la prudenza.

 

La voglia di autonomia

L'età adolescenziale per un/a giovane con Sindrome di Down, come del resto succede anche per un/a giovane normale, introduce una serie di tematiche di una certa importanza.

L'adolescente con SD infatti, inizia a valutare la possibilità di acquisire più autonomia in tutti i settori della vita quotidiana: muoversi sul territorio, orari di uscita e di gioco, mezzi di trasporto e quant'altro.

Questo fenomeno è più accentuato se in famiglia ci sono dei fratelli o delle sorelle maggiori che autonomamente vanno a scuola o al lavoro, magari con il motorino o con l'automobile, che hanno le chiavi di casa in tasca e rientrano a casa in orari più tardi.

Ovviamente i famigliari, consci delle limitazioni del figlio con SD, sono restii a concedere tutta l'autonomia che concederebbero ad un adolescente normodotato, si innesca quindi una trattativa molto complessa tra adolescente con SD e famigliari e ogni piccola autonomia concessa, genera apprensione e disagio ai famigliari.

Conosco genitori che seguivano il figlio Down che andava a scuola in autobus e si nascondevano per verificare il comportamento del giovane: che prendesse l'autobus giusto, che scendesse alla fermata giusta, che non divagasse per strada anziché andare a scuola, etc. etc.

Questo comportamento è ovviamente comprensibile, anche se il genitore conosce bene i limiti del proprio figlio/a e può valutare con serenità se il ragazzo/a, può essere in grado di muoversi autonomamente in quel determinato contesto, un po' di apprensione rimane sempre.

Il resto della famiglia, fratelli, sorelle, nonni, nonne, zii, zie, che sono meno coinvolti nella problematica sono più propensi a queste concessioni, per cui i genitori devono sensibilizzare tutti i famigliari sulle reali capacità del ragazzo/a di gestire l'autonomia in questione, onde evitare che un famigliare in buona fede avventatamente la conceda.

Molti adolescenti con SD riescono a muoversi con i mezzi pubblici, alcuni in bicicletta, alcuni anche in motorino.

Tutto dipende sempre dalla capacità dell'adolescente a sviluppare la propria autonomia e ovviamente dai genitori e famigliari che hanno incentivato e aiutato l'adolescente a raggiungere questo grado di autonomia.

 

La gestione economica

Se non avete ancora concesso e istituzionalizzato “la paghetta” fatelo al più presto, non è importante la cifra, quanto il fatto di avere la possibilità di gestire autonomamente la propria economia, anche se limitatissima.

In fin dei conti sono solo soldi, perdere qualche soldo, non è come perdere un figlio/a Down in una grande città, ma la corretta gestione del denaro apre al/la giovane un mondo infinito di possibilità e di ragionamenti.

Pensate alla soddisfazione del/la giovane, di non dover chiedere il permesso ai famigliari, per comperarsi un oggetto o un dolcetto a cui tiene molto, è una esperienza molto formativa e al contempo molto stimolante che apre un mondo del tutto nuovo sulla sua consapevolezza, sull'espressione della propria volontà e sulla gestione delle proprie limitate risorse economiche.

Certo dovrete lavorarci sopra molto, ma i risultati saranno grandiosi.

 

La Sessualità

Eh si, l'adolescenza porta anche la sessualità che detto così sembra un problema di poco conto, ma non lo è per gli adolescenti normodotati, come non lo è per gli adolescenti con SD.

Le pulsioni e gli stimoli ci sono e sono ovunque sia per i ragazzi che per le ragazze, i compagni di gioco o di scuola o di palestra, parlano e raccontano e l'adolescente si pone plausibili domande, a cui bisogna dare delle risposte.

Non cercate di evadere le domande, cercate sempre di dare delle risposte soddisfacenti, non dimenticate mai di essere attendibili, perché le persone con SD specie se bambini o giovani hanno una grande sensibilità e rilevano la vostra affidabilità con facilità e se non siete affidabili vi squalificano con altrettanta grande facilità.

La sessualità non si esaurisce con le domande, ma inevitabilmente deborda sulle esperienze fisiche, che ovviamente dovranno essere gestite.

La gestione della sessualità per entrambi i sessi con SD, va dalle prime mestruazioni delle ragazze, continua con la masturbazione per entrambi i sessi, e arriva ai primi rapporti sessuali per entrambi i sessi.

Le metodologie per affrontare questa fase di crescita sono più o meno le stesse che si adottano con gli adolescenti normodotati, data la caparbietà tipica di questi giovani, sarà una gestione un pò più complessa e ci vorrà più tempo per arrivare ad un giusto equilibrio.

I primi rapporti sessuali non accadranno con i tempi con cui si evolvono quelli degli adolescenti normodotati ma potranno capitare, e in quel caso bisogna essere preparati.

Se dovesse succedere, i ragazzi hanno un problema in meno rispetto alle ragazze, dato che i maschi sono al 99,99% sterili al contrario delle ragazze che sono invece fertili.

Per le ragazze con SD, si dovranno quindi adottare le stesse precauzioni che si adottano per le adolescenti normodotate.

Inutile raccomandare di sviluppare una intensa opera di convincimento verso i rapporti protetti per entrambi i sessi che è un sano suggerimento anche per gli adolescenti normodotati.

 

La vita scolastica.

Su questo argomento c'è poco da dire, tutto dipende dal percorso scolastico effettuato sino a quel momento e che ovviamente deve proseguire in funzione del livello di scolarizzazione raggiunto, almeno fino all'età dell'obbligo.

Dopo di che, se la scuola media è ancora da terminare si prosegue in quel senso, se invece è terminata, si prosegue nelle scuole superiori o professionali verso una specifica specializzazione, o altro.

Tutto dipende dalle caratteristiche e la propensione allo studio dell'individuo che i genitori e l'apparato scolastico avranno opportunamente valutato.

Inutile dire che sarà assoggettato così come lo sono tutti gli adolescenti indistintamente, alle varie piaghe degli ambienti scolastici come: il bullismo, il cameratismo, le sigarette, la droga, e quant'altro.

Non ci sono medicine che salvaguardino da queste piaghe, solo il buon senso e l'occhio vigile dei genitori e dei famigliari potrà condurre il/la nostro/a giovane indenne, al termine del cammino scolastico.

 

La vita lavorativa

Il passo successivo al termine degli studi è inevitabile ed è l'avviamento verso una professione.

In teoria potrebbe ambire ad un posto da apprendista, in un lavoro di sua scelta, in realtà questo potrà succedere ma sarà una possibilità remota.

La possibilità quasi certa, sarà quella di poter usufruire di laboratori protetti che vanno dall'agricoltura, alla falegnameria, alla cucina, alle arti grafiche, ai servizi di ristorazione e alberghieri e quant'altro oggi sia disponibile, nelle varie fondazioni e associazioni di supporto sociale.

Probabilmente rimarrà tutta la vita a lavorare in questi laboratori protetti, ma sarà comunque una gratificazione, si sentirà utile e con il tempo raggiungerà una sua autonomia: di movimento, economica e magari di vita nel suo insieme, come abitare per conto proprio, fare la spesa, cucinare, etc.